Se esiste un paradiso del turismo esperienziale, quello è l’Italia. Anzi, possiamo affermare senza dubbio che il Bel Paese non ha mai smesso di surclassare e ridefinire i canoni del genere in questione. E adesso che il turismo globale si sta evolvendo in questa direzione, l’Italia sta vivendo un nuovo boom.
Foto: Four Season Hotels & Resorts
Le stime e il caso White Lotus
Secondo l’istituto di ricerca Demoskopika, lo scorso anno era prevista una crescita dell’81% per il turismo esperienziale, che, stando ai dati di Arival, già nel 2019 aveva totalizzato 254 miliardi di dollari di fatturato nel mondo. E, come riporta Il Sole 24 Ore, la spesa dei turisti stranieri per le esperienze in Italia è cresciuta a doppia cifra: già a marzo 2023 era aumentata del 114% rispetto allo stesso mese del 2019. Ma non solo le stime di mercato a parlare. Basta pensare al recente successo di The White Lotus, la miniserie dark comedy, diretta da Mike White e incentrata sul mondo dell’ospitalità a cinque stelle.
Gli showrunner hanno voluto ambientare la seconda stagione al San Domenico Palace di Taormina, celebre albergo di lusso che nel 2021 ha riaperto come Four Seasons Hotels and Resorts: una struttura storica di grande valore, collocata in un convento domenicano affrescato del XIV secolo e dotata di una posizione unica – sulle pendici dell’Etna, a picco sul mare. Nel Novecento, le sue terrazze hanno incantato una miriade di personaggi celebri, dai grandi scrittori alle star di Hollywood. Inutile spiegare quindi come, nonostante la sua notorietà, la (ri)scoperta del San Domenico Palace ha centrato il cuore di tantissimi spettatori negli Stati Uniti e nel mondo. Il caso White Lotus ha alzato l’intensità dei riflettori sul turismo esperienziale contemporaneo in Italia.
Vivere la destinazione in modo autentico
Al centro di questa filosofia, come sappiamo, c’è il concetto di autenticità. Stanchi del turismo di massa, oggigiorno i viaggiatori cercano esperienze immersive, attraverso cui approfondire le proprie passioni e, soprattutto, vivere la destinazione come persone del posto; anelano a seguire percorsi non ancora tracciati ed essere coinvolti in avventure esclusive, ancor meglio se sotto la guida di esperti e residenti, che possano far loro strada fino all’essenza genuina della visita. Quel che conta davvero, al termine di una travel experience, è tornare a casa portando con sé ricordi indimenticabili, condivisi con chi vive la destinazione ogni giorno. Non è difficile capire, dunque, perché in questo ambito l’Italia permanga in cima alle classifiche: qui non c’è bisogno di inventare attrazioni, perché ogni momento del viaggio costituisce già di per sé un’esperienza, grazie all’incredibile varietà di storie, paesaggi, tradizioni, sapori, siti ed opere che ognuno dei nostri territori ha da offrire.
Perciò negli ultimi tempi non solo le agenzie, ma anche le strutture ricettive si stanno dedicando a valorizzare l’aspetto esperienziale dei soggiorni sul suolo italiano: c’è un legame sempre più forte tra brand alberghiero e destinazione di viaggio. La maggior parte delle nuove aperture e dei rinnovamenti mira infatti a esaltare il patrimonio culturale della località scelta, attraverso degustazioni, exhibition ed eventi. Inoltre, si sta consolidando la figura della “guida esperienziale”, nuovo ruolo che unisce competenza accademica, esperienza del luogo, un notevole portfolio di contatti e la capacità di fornire dritte da insider. Questi fattori delineano un nuovo quadro, che esprime tutte le potenzialità del mercato turistico italiano e che invita ogni soggetto coinvolto in esso a dare fondo alla propria creatività.
Foto: Parco Sommerso di Baia
La Nouvelle Vague del turismo
Finalmente i viaggiatori possono trovare un modo più autentico di vivere la destinazione, scoprendo luoghi fuori dai radar, accedendo a visite generalmente inaccessibili, fruendo esperienze uniche perché realizzate su misura per ogni destinatario. Pensiamo per esempio alle cosiddette chef’s table experience, in cui è possibile entrare nelle inviolabili stanze di un cuoco stellato e gustare i must della cucina tradizionale realizzati in chiave gourmet, magari carpendone i segreti. Oppure alle degustazioni esclusive in cantine di lunga data, dove inebriarsi di creazioni mozzafiato con l’assistenza sapiente e appassionata di chi li produce. O ancora alle visite private di siti archeologici, palazzi storici e chiese affrescate, durante le quali è possibile godere di arcani reperti e capolavori artistici tramite il racconto di chi appartiene a quel luogo o lo custodisce quotidianamente. Il turismo esperienziale italiano è tutto questo e altro ancora, anche perché in questo ambito non c’è limite all’innovazione e all’originalità.
Insomma, le experience sono decisamente la Nouvelle Vague del turismo di oggi, in Italia e al mondo: la tendenza sta portando alla ribalta piccoli centri sperduti ed eccellenze dimenticate, coinvolgendo anche gli autoctoni in un’esplorazione profonda delle innumerevoli gemme che costellano lo stivale e le sue isole. Attraverso occhi stranieri, stiamo imparando ad apprezzare la fortuna di essere italiani come mai prima, e rendiamo giustizia al modello italiano all’estero, rafforzando il buon gusto e lo stile di vita che ci contraddistingue. Il nostro paese possiede già le tre qualità che servono al turismo esperienziale: piacere, bellezza e intensità; non resta che andare incontro a quella che, più che una tendenza, è una sorte inevitabile e sicuramente felice.