Nel 2024 è iniziata una nuova Era del Jazz. Lo ha detto anche Pinterest Predicts 2024, report annuale sulle tendenze emergenti tra gli utenti della piattaforma… e noi, da amanti del genere, accogliamo la notizia con gioia. Ma non è solo la musica jazz di un tempo a guadagnare popolarità: si tratta di una riscoperta a tutto tondo, che investe moda, design, lifestyle, e che sta portando sia alla nascita di artisti notevoli sia a una vera e propria “nuova coolness”. Osserviamo insieme questa tendenza.
Foto: Miles Davis; Billie Holiday; Ella Fitzgerald; Esperanza Spalding.
La riscoperta dei classici
Il jazz ha conquistato i cuori e le orecchie di Millennial e Gen Z, che stanno riscoprendo la bellezza dei classici e il fascino delle sonorità retrò. Prepariamoci quindi a veder salire nelle classifiche dello streaming i grandi miti del jazz: Duke Ellington, Billie Holiday, Benny Goodman, George Gershwin, Ella Fitzgerald, Frank Sinatra, Charlie Parker, Thelonious Monk, il primo Miles Davis… che si tratti di jazz di New Orleans o di colte composizioni per orchestra, di jungle o di swing, di bebop o di cool, non importa: basterà che sia jazz.
E chissà che questo revival del meglio della prima metà del Novecento non porti con sé anche la riscoperta delle evoluzioni successive! Come il modal jazz di John Coltrane, il soul jazz di Horace Silver, la fusion di Chick Corea, lo smooth jazz di George Benson, le numerose sperimentazioni degli anni Novanta e dei primi Duemila – jazz-rap, nu jazz, post-bop, jazztronica, new soul – oppure gli artisti che hanno ottenuto riconoscimento negli ultimissimi anni, come Snarky Puppy, Kamasi Washington, Robert Glasper, Esperanza Spalding, Gregory Porter.
Foto: Paramount Theater, Oakland, CA – Carol M. Highsmith/Buyenlarge; Goerlitz Department Store – Daniel Hoppe; Erté – Symphony in Black (1983); René Lalique – Spirit of the Wind (1930); Russell Sage Studio; English Home.
Insieme alla musica, poi, stanno tornando in voga anche l’estetica e lo stile di vita tipici della Jazz Age. Come l’Art Déco, i cui elementi caratteristici stanno ricomparendo in molte delle creazioni dei nuovi designer: palette scure dai toni cupi (blu scuro, verde smeraldo, bordeaux), motivi geometrici che riprendono i pattern musicali, modanature, strutture scalari; materiali come vetro, lacca, legni esotici ed elementi metallici (oro, argento, cromature); giochi di luce a effetto con lampadari e applique. Per non parlare degli stili d’abbigliamento Flapper e Ragtime, tornati a brillare sulle passerelle di molte maison, come Dior e Prada, grazie a interessanti rivisitazioni e contaminazioni. Oppure del lifestyle, in cui l’influenza della Jazz Age si manifesta, per esempio, con l’ascesa di speakeasy e locali temporanei “clandestini”, a cui stiamo assistendo già da un po’.
Foto: Joan Crawford; Prada; Dior.
Il nuovo jazz
Se è vero che il jazz sta riconquistando i più giovani, e vero anche i giovani si stanno riappropriando del jazz. A fianco del revival, infatti, c’è l’influenza che il jazz sta esercitando sugli artisti e sul gusto contemporanei. Da qualche anno a questa parte, stiamo assistendo a una nuova fioritura di musicisti notevoli, che contribuiscono a rivitalizzare il genere musicale e a rendere cool tutto quello che lo riguarda.
Ne parlava già nel 2020 Giulio Pecci su Il Tascabile, raccontando la forza creativa trascinante della nuova scena jazz londinese a Peckham, di cui sono protagonisti molti musicisti afrodiscendenti. Questa sottocultura, infatti, trova le sue radici nell’afrobeat, nel highlife, nel calypso, nel reggae e in altri stili musicali che hanno svolto un’influenza fondamentale nello sviluppo di generi di musica elettronica oggi dominanti a livello globale, e che si identificano col moderno concetto di “club”. Sulla scorta di queste caratterische, la nuova scena londinese si è lentamente riappropriata del jazz e ha contribuito a formare una nuova fetta di pubblico giovane ed esigente. Grazie a realtà alternative come il progetto di istruzione musicale gratuita Tomorrow’ Warriors, il collettivo Jazz:Re:Freshed e a “Women in Jazz”, ma anche a etichette come Brownswood Recordings del giornalista Gilles Peterson, oggi possiamo ascoltare formazioni musicali come Ezra Collective, Maisha, KOKOROKO, The Comet Is Coming, Triforce, e talenti come il batterista Moses Boyd, il tubista Theon Cross, la sassofonista Nubya Garcia e il sassofonista Shabaka Huthings. Con la loro musica, il jazz ha finalmente abbandonato auditorium e teatri costosi, insieme a un’estetica ormai cristallizzata, per tornare nei club fumosi e ai grandi festival all’aperto, vicina al rap, all’hip hop e alla moda streetwear.
Sempre dalla scena britannica, provengono artisti interessanti come la sassofonista e compositrice Nubya Garcia, il pianista e producer Alfa Mist, il progetto Yussef Williams (con Yussef Dayes e Kamaal Williams), le cantaatrici Cherise, Harleighblu, Yazmin Lacey e Camille Munn, il duo Blue Lab Beats, il pianista Ashley Henry e molti altri. E spicca il lavoro di Gondwana Records, etichetta con sede a Manchester del trombettista e compositore Matthew Halsall, che ha pubblicato talenti notevoli come Allysha Joy, Dwight Trible, GoGo Penguin, Hania Rani, John Ellis, Mammal Hands, Noya Rao, Phil France, Portico Quartet, Sunda Arc e STUFF.
Dall’altra parte dell’oceano, poi, possiamo dire che il jazz non ha mai smesso di evolversi, ispirando e facendosi ispirare dalle nuove generazioni. Negli ultimi anni, gli U.S.A. ci hanno regalato grandi artisti, uno su tutti il mitico sassofonista di LA Kamasi Washington, che ha collaborato sia con star dell’hip hop come Kendrick Lamar and Snoop Dogg, sia con leggende del jazz Herbie Hancock e Wayne Shorter. Meritano una menzione anche Venna, che ha collaborato con il già citato Lamar e con artisti come Anderson.Paak, SZA, e Robert Glasper; e il recente “fenomeno” Samara Joy, musicista giovanissima nativa del Bronx e prima artista jazz a vincere il premio Best New Artist e quello Best Jazz Vocal Album ai Grammy 2023.
Abbiamo poi anche esempi interessanti provenienti da altre parti del mondo, come la norvegese Mathilde Widding e il gruppo australiano Hiatus Kaiyote.
Di nuovo “cool”
Basta approfondire la conoscenza di anche uno solo degli artisti citati finora per rendersi conto di come il Jazz sia di nuovo cool. Non è solo una questione musicale, ma anche di stile estetico. Dalle copertine degli album al look con cui si presentano, tutto del nuovo jazz rimanda al meglio del gusto contemporaneo. Ed è destinato a generare presto altri elettrizzanti fenomeni.